Ellroy
Autobiografia
LETTURE

James Ellroy
L’ANGELO DEL SILENZIO
Traduzione di Stefano Bortolussi
Editore: Einaudi (2025)
pp. 324, EURO 14,00
“Le guide turistiche rappresentano erroneamente Los Angeles come un solare amalgama di spiagge, palme e cinema. La società letteraria si sforza vanamente di penetrare tale facciata e presenta il bacino di L.A. come un calderone di kitsch disperato, violente illusioni e multiformi fanatismi religiosi (…) Los Angeles è un luogo facile da amare a prima vista e ancora più facile da odiare non appena ci si rende conto della gente che lo abita.”
L’inquietante descrizione di Los Angeles, città natale amata/odiata da James Ellroy, apre le memorie del serial killer Martin Michael Plunkett, il protagonista del romanzo L’angelo del silenzio (1986). Reo confesso e finalmente rinchiuso in una cella di sicurezza del carcere di Sing Sing, Martin Plunkett, sollecitato da un editore, decide di scrivere le sue memorie, ricostruendo la sua sanguinosa carriera dai primi adolescenziali segnali di sdoppiamento di personalità ai furti con scasso sempre più professionali, associati a un incontrollabile voyerismo che lo conducono per la prima volta in carcere. Rilasciato dopo un anno, Martin Plunkett decide che sia più sensato cambiare aria: lascia Los Angeles e parte, prima sosta San Francisco. È l’inizio di una carriera: l’assassino è in viaggio…
Con L’angelo del silenzio, pubblicato nel 1986, James Ellroy confermava la qualità e l’originalità della sua ricerca narrativa e il suo stile già evidente nei suoi primi cinque romanzi. Ma è a partire da questo Angelo del silenzio che Ellroy decide di superare gli stereotipi del genere, dall’obbligo della suspence alla necessità del romantico e iellato detective privato, iniziando a scavalcare le esigenze editoriali per creare storie realistiche e anche brutali, con sbirri veri, duri e perfino corrotti, quando non simili alle loro prede. Questo programma letterario aveva ovviamente necessità di una struttura narrativa nuova, originale, che si sarebbe consolidata nel tempo, ma che da questo romanzo si fa subito notare, allargando la vicenda sanguinaria del protagonista a quella di una America che sorprendentemente, in qualche modo, lo riflette. In questo gioco di rispecchiamenti, Ellroy introduce inserti documentali riconoscibili per i caratteri dattilografici propri della burocrazia e delle bozze giornalistiche. Uno stilema che nei suoi romanzi successivi - soprattutto in quelli della Trilogia Underworld Usa, a partire da America Tabloid (1995) - assumerà un ruolo di sostanziale interpunzione narrativa, perché la vicenda ideata fosse più credibile nel suo rispecchiamento con quella reale: " Io propongo una Storia segreta” - confessa Ellroy – “Quello che racconto è fondamentalmente l'incubo privato delle politiche pubbliche" (1)
1) Da: James Ellroy, Ellroy Confidential - Scrivere e vivere a Los Angeles, a cura di Tommaso De Lorenzis, Minimum fax, Roma, 2015.